e la prima volta che vidi il tuo sorriso sentivo inutile
anche la legge della forza di gravità che si era annullata
nel preciso istante in cui ti incontrai per la prima volta
e in quella fredda notte l'unica cosa che mi scaldava
era il colore rosso della tua felpa che ricercavo in ogni angolo.
L'aria è avvelenata e ci toglie il respiro,avevamo iniziato la nostra lotta sotto un cielo pieno di stelle e nuove speranze.
Eravamo poeti che in rima sognavano un futuro migliore,eravamo pittori che disegnavano in un corteo le loro ambizioni.
Esiste quel sottile confine tra amore e amicizia è che è difficile delimitare,
ma semplicissimo da infrangere.
Corpi che si intrecciano per far scontrare le loro menti,
menti che si scontrano per dar vita ad una nuova galassia.
Che senso ha tutto ciò,se nessuno dei due ha il coraggio di viverlo perché
entrambi consapevoli di ciò che sarà?
Che senso ha creare nuovi universi se non si riesce ad affrontare il mare che ci divide?
ma la luce dei nostri accendini che a intervalli regolari si accendeva,facendosi spazio nel buio,
per aspirare da quel filtro le nostre paure per poi lasciarle libere dando loro vita attraverso le nostre
frasi,sussurrate.
All'orizzonte le strade incendiate dalle nostre passioni che ci avrebbero consumati,ma noi ancora non lo sapevamo,
eravamo troppo lontani per vederle.
Ci scontrammo così tante volte che alla fine ci ritrovammo a contare i dubbi che ci eravamo incisi addosso,come i lividi che ci lasciammo.
Uno scontro tra rette parallele che non riconoscendo più la loro natura si erano scontrate, per errore. Sparsi nel nostro caos come il fumo che usciva dalle nostre bocche nelle notti d'estate che trascorremmo assieme.